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In un mercato del lavoro sempre più globale, molte imprese italiane si trovano nella necessità – o nell’opportunità – di assumere lavoratori stranieri. Le competenze specifiche, l’apporto di professionalità difficilmente reperibili sul territorio nazionale, o ancora la volontà di aprirsi a mercati internazionali, spingono numerosi datori di lavoro a considerare questa possibilità.

Tuttavia, l’assunzione di un cittadino straniero richiede particolare attenzione, soprattutto sotto il profilo della regolarità del soggiorno e della compatibilità del permesso di soggiorno con l’attività lavorativa che si intende avviare.

Le norme di riferimento sono contenute nel Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998, cd. TUI) e nel relativo regolamento d’attuazione (DPR 394/99), che disciplinano in dettaglio i diritti e i doveri dei lavoratori stranieri in Italia.

Di seguito analizziamo i principali aspetti che un datore di lavoro deve verificare prima di procedere all’assunzione, al fine di evitare rischi e sanzioni.

Verifica del permesso di soggiorno del lavoratore

La prima verifica, imprescindibile, riguarda il possesso da parte del lavoratore di un permesso di soggiorno valido e in corso di validità. Non tutti i permessi, infatti, consentono lo svolgimento di attività lavorativa oppure lo consentono ma in modo limitato, basti pensare al permesso di soggiorno per motivi di studio compatibile solo con un contratto part time: il datore di lavoro ha quindi l’onere di accertarsi che il titolo sia compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa.

Permesso di soggiorno in scadenza ravvicinata

Cosa accade se il lavoratore presenta un permesso in scadenza?

L’art. 5, comma 4, TUI stabilisce che la domanda di rinnovo del permesso debba essere presentata almeno 60 giorni prima della scadenza. Se il lavoratore rispetta questo termine, l’attività lavorativa può proseguire anche successivamente alla scadenza, purché sia disponibile la ricevuta rilasciata da Poste Italiane che attesti l’avvenuta presentazione della richiesta.

Attenzione: se il permesso è scaduto da oltre 60 giorni e non ne è stato chiesto il rinnovo, il lavoratore perde il diritto di soggiorno regolare ed è a rischio di espulsione. In questo caso, il datore di lavoro che continuasse ad impiegarlo si esporrebbe a conseguenze rilevanti.

Permesso di soggiorno in fase di rinnovo

Può capitare che il lavoratore sia in attesa del rinnovo del permesso. In questa ipotesi, l’art. 5, comma 9-bis TUI stabilisce che lo straniero può continuare a soggiornare in Italia e a lavorare fino al completamento dell’iter amministrativo, a condizione che:

– la richiesta di rinnovo sia stata presentata prima della scadenza del permesso di soggiorno;

– l’ufficio competente abbia rilasciato la ricevuta attestante l’avvenuta presentazione della richiesta di rinnovo.

Questa previsione normativa tutela sia il lavoratore, che non rischia di perdere il proprio posto di lavoro per mere tempistiche burocratiche, sia il datore di lavoro, che può mantenere la risorsa in organico in modo legittimo.

Conseguenze dellassunzione irregolare

L’impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno o con titolo non idoneo comporta pesanti conseguenze per il datore di lavoro.

Ai sensi dell’art. 22 TUI, chi occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri irregolari è soggetto a sanzioni penali e amministrative, che possono includere:

– ammende pecuniarie molto elevate;

– responsabilità penale in caso di sfruttamento;

– possibili ripercussioni sul piano della reputazione aziendale.

Un datore di lavoro che non effettua le dovute verifiche rischia quindi non solo sul piano economico e giuridico, ma anche su quello reputazionale, con conseguenze che possono rivelarsi assai dannose.

La normativa sull’immigrazione è in continua evoluzione e presenta notevoli complessità applicative. Ogni anno vengono emanati nuovi decreti flussi, vengono introdotte modifiche procedurali o nuovi orientamenti amministrativi, e la prassi degli uffici può addirittura variare da provincia a provincia.

In questo scenario, un datore di lavoro che intenda assumere lavoratori stranieri dovrebbe affidarsi a un professionista esperto in diritto dell’immigrazione, in grado di:

  • verificare la regolarità dei titoli di soggiorno;
  • assistere nell’eventuale predisposizione delle pratiche di rilascio o rinnovo;
  • mantenere i contatti diretti con gli uffici competenti (Questura, Prefettura, Sportello Unico per l’Immigrazione);
  • prevenire il rischio di sanzioni, offrendo soluzioni pratiche e sicure.

Un’assistenza legale qualificata rappresenta, dunque, un investimento di tutela per l’imprenditore, che può concentrarsi sulla propria attività senza doversi preoccupare degli aspetti burocratici e legali.

 

Avv. Tiziana Pedonese & Dott.ssa Sara Del Dianda