Come il matrimonio apre le porte alla cittadinanza italiana
La cittadinanza rappresenta uno dei legami giuridici più significativi tra un individuo e uno Stato: implica appartenenza, diritti e doveri, inclusi quelli civili, politici e sociali nel tessuto dello Stato stesso. In Italia, la cittadinanza non è soltanto un aspetto formale, ma racchiude una forte valenza identitaria e giuridica, coinvolgendo questioni di status, trasmissione familiare ed esercizio di molteplici diritti, come quello di voto o di accesso al lavoro pubblico.
I principali modi di acquisto:
La legge italiana prevede diversi modi attraverso cui un soggetto può acquisire la cittadinanza. Ecco i principali:
Cittadinanza per nascita (ius sanguinis)
Il metodo più comune prevede che il figlio nato da almeno un genitore italiano sia automaticamente cittadino italiano, indipendentemente dal luogo di nascita. Questo principio riflette l’idea dell’eredità familiare della cittadinanza e si distingue dal cosiddetto ius soli, applicato in misura molto circoscritta dall’ordinamento italiano.
Cittadinanza per nascita su suolo italiano (ius soli attenuato)
Se il bambino nasce in Italia e i genitori sono ignoti, apolidi, o cittadini di Stati che non trasmettono la cittadinanza ai figli nati all’estero, o se il minore rimane senza cittadinanza, questi può divenire cittadino italiano.
Cittadinanza per riconoscimento giudiziale
Nel caso in cui il riconoscimento della paternità o maternità avvenga dopo la nascita, il soggetto può acquisire la cittadinanza italiana secondo la legge.
Cittadinanza per adozione
Un minore straniero adottato da cittadini italiani acquista la cittadinanza automaticamente dal momento dell’adozione.
Cittadinanza per naturalizzazione
I cittadini stranieri possono ottenere la cittadinanza dopo un prolungato periodo di residenza legale e continuativa in Italia (in genere dieci anni per i cittadini extracomunitari, quattro per i cittadini dell’Unione Europea, e termini più brevi per altri casi speciali). Il percorso di naturalizzazione richiede, oltre alla residenza, anche altri requisiti quali reddito stabile, assenza di precedenti penali e una valutazione discrezionale dell’interesse dello Stato.
Cittadinanza per beneficio di legge
Alcune situazioni specifiche (ad esempio per chi abbia prestato servizio militare per lo Stato italiano o per altri casi previsti dalla legge) consentono l’acquisto della cittadinanza tramite una procedura agevolata.
Tali modalità si intrecciano spesso con la vita personale e familiare dei richiedenti, comportando iter amministrativi complessi e, non di rado, contenziosi giurisprudenziali di rilievo.
Cittadinanza italiana per matrimonio
Uno dei principali e più sentiti canali per l’acquisto della cittadinanza italiana è il matrimonio con un cittadino o una cittadina italiana. Questo percorso, disciplinato dall’art. 5 della Legge 91/1992, si pone come strumento di integrazione e riconoscimento sociale, ma è anche regolato da criteri ben precisi.
Requisiti fondamentali per ottenere la cittadinanza per matrimonio
Residenza – Il richiedente deve dimostrare una residenza legale e continuativa in Italia da almeno due anni dalla data del matrimonio, oppure tre anni se risiede all’estero.
Durata del matrimonio – Lo status di coniugio deve sussistere ininterrottamente da almeno due anni (se la coppia risiede in Italia) o tre anni (se all’estero) al momento della richiesta.
Presenza di figli comuni – Se dalla coppia sono nati o sono stati adottati figli, i termini sopra esposti si riducono della metà: basta un anno di residenza legale in Italia o un anno e mezzo se residenti all’estero.
Assenza di cause ostative – Al momento dell’adozione del provvedimento di concessione della cittadinanza, non devono essere sopraggiunti lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio né deve sussistere la separazione personale dei coniugi.
Cittadinanza e separazione: il ruolo della giurisprudenza
Una tematica ricorrente riguarda la separazione di fatto dei coniugi: rappresenta un impedimento alla concessione della cittadinanza italiana per matrimonio? La questione è stata oggetto di numerosi dibattiti giuridici e sentenze negli ultimi anni.
Secondo la giurisprudenza consolidata, la separazione di fatto non è causa ostativa alla concessione della cittadinanza, a differenza della separazione legale, del divorzio o dell’annullamento del matrimonio.
Un caso significativo è rappresentato dalla sentenza del Tribunale di Ancona del 20 marzo 2024: in questa vicenda, una domanda di cittadinanza italiana era stata respinta solo perché il marito, cittadino italiano, si era trasferito all’estero per motivi di lavoro e la moglie lo raggiungeva solo saltuariamente. Il Tribunale, tuttavia, ha ritenuto che l’elenco delle cause ostative debba essere interpretato in senso tassativo: in assenza di separazione legale, annullamento o divorzio, e se permane l’affectio coniugalis, non può essere negata la cittadinanza per il solo fatto che i coniugi vivano in paesi diversi o si frequentino episodicamente, soprattutto se viene mantenuta la residenza anagrafica in Italia per entrambi.
Questa interpretazione trova conferma anche nelle pronunce della Corte di Cassazione (si veda la Sez. I. Ord. n. 4819/2020), secondo cui dal testo di legge deve escludersi ogni carattere ostativo della separazione di fatto: ciò che rileva è l’assenza di una separazione o rottura formalizzata davanti all’autorità giudiziaria.
Il ruolo della residenza e del vincolo coniugale
È importante sottolineare che, per ottenere la cittadinanza per matrimonio, il rispetto dei requisiti formali (residenza, durata del matrimonio) va sempre accompagnato da prove concrete e documentate: non sono ammesse scorciatoie né “matrimoni di comodo”. Tutto il percorso viene valutato con attenzione dalle autorità competenti, che possono chiedere chiarimenti e integrazioni documentali.
Il venir meno dell’affectio coniugalis o la dimostrazione di una simulazione del rapporto possono costituire causa di diniego; viceversa, la sola distanza fisica, motivata da esigenze lavorative o personali, non è di per sé ostativa se non si accompagna a una formale cessazione del rapporto matrimoniale.
In conclusione
La cittadinanza italiana rappresenta un passaggio significativo nella vita di molti stranieri legati all’Italia da vincoli familiari, residenziali o affettivi. Il percorso può sembrare complesso, ma la normativa e la giurisprudenza offrono punti di riferimento abbastanza chiari, soprattutto per quanto riguarda la cittadinanza per matrimonio, a tutela dell’unità familiare, anche in presenza di esigenze contingenti che impongano una vita separata.
In situazioni complesse, è sempre consigliabile affidarsi a un legale esperto che possa seguire la pratica sia in sede amministrativa sia giudiziale, fornendo così supporto concreto e aggiornato su una materia in continua evoluzione.
Avv. Tiziana Pedonese & Dott.ssa Sara Del Dianda